Rispetto alla mucca, la cavalla ha mammelle molto piccole. Questo organo ghiandolare che nei mammiferi secerne il latte per il nutrimento della prole, nel cavallo contiene solo due litri di latte, motivo per cui il puledro deve succhiare più sovente rispetto ai vitelli. All'inizio della crescita, il puledro infatti si attacca alla madre da quaranta a settanta volte al giorno mentre in seguito, a circa sei mesi, la fà solamente una ventina di volte.
Le mammelle della cavalla sono in numero di due e si nascondono tra le sue cosce. Iniziano a svilupparsi durante l'ultimo mese di gestazione e con l'avvicinarsi al parto la mammella diventa edematosa, si sviluppa, si forma un edema piastrale nell’addome, sulla punta dei capezzoli si può osservare il turgore delle vene e si stacca un cilindretto di cera (wax) oltre il quale c'è la produzione di colostro.
Quando il puledro ha tre mesi si verifica la maggior produzione di latte. Si stima che una buona fattrice produca da 2 a 3,5 litri di latte al giorno, e questo per centinaia di peso corporeo. Ovviamente, una cavalla di 500 kg secernerà circa 15 litri di latte al giorno e questo spiega come una cavalla da tiro giumenta produca circa il 20% in più di una da sella.
I puledri sono piccoli voraci che succhiano senza sosta, giorno e notte. Si nutrono un po 'alla volta, ma sovente. Il latte ricco di valori nutritivi della madre, consente loro una crescita molto rapida. Il cavallo, sebbene erbivoro dovrebbe, come tale, far parte dei ruminanti, ha invece un solo stomaco come l'uomo. Fa quindi parte del gruppo monogastrico e la composizione del suo latte è molto simile al latte umano.
Il latte di cavalla ha un sapore dolce, con un leggero retrogusto di nocciola e cocco, con ovviamente un profumi dei fiori contenuti nel foraggio, come l'erba medica. È piacevole da bere e molto leggero ed è parte integrante della dieta alimentare di diversi popoli nomadi. Il "cege" ad esempio, tra i popoli della Mongolia cinese significa latte acido di cavalla, ed è una bevanda tradizionale che si conserva anche per una settimana, la cui storia risale ai tempi dell’Impero Mongolo (XIII-XIV secolo). In questa parte della Cina, nella regione di Ujimqin, viene prodotto tradizionalmente con il latte di cavalle bianche di una razza locale antichissima, già descritta da Marco Polo nel libro Il Milione.
Il latte equino è detto "albuminoso" perché contiene principalmente proteine solubili (albumina e globulina). Ma è il basso valore del coefficiente di caseina / albumina, associato all'alta concentrazione di albumina, che conferisce al latte di cavalla la sua ottima digeribilità per gli umani e la sua azione riconosciuta sulla flora intestinale è dovuta alla ricchezza di aminoacidi essenziali. Lo zucchero presente nel latte della cavalla è il lattosio ed è ricco di vitamine.
Il puledro beve dalla nascita (beh, non sempre il primo giorno, dal momento che è maldestro nell'alzarsi) durante le prime 5 settimane di vita, dal 20 al 25% del suo peso in latte ogni 24 ore. Questo significa che, ad esempio, un puledro di 60 kg alla nascita ( con una madre che pesa dai 550 a 600 kg), beve 15 litri ogni 24 ore. Questa dose aumenta di circa un litro a settimana, fino a quando non raggiunge almeno 20 litri.
Il puledro si allatta:
almeno 5 volte all'ora alla nascita,
da 3 a 4 volte all'ora dopo una settimana di vita,
1 volta all'ora a 6 mesi,
ogni alimentazione è breve e dura da 40 a 90 secondi,
e assorbe da 160 a 230 gr, circa 23 cl, ad ogni poppata (quantità stilmata per un puledro di cavallo da sella o da tiro).
Il puledro che spinge troppo duramente sulla mammella riceve da parte della madre delle chiare minacce e " dei segnali di arresto": grassella che impedisce l'accesso al capezzolo, rumore dei denti o "smacking", morsicature nel garretto, colpo di coda, rialzamento della grassella, ecc... Il puledro allora interrompe queste spinte, ma continua a succhiare, arrivando anche a smettere di alimentarsi per riprendere con più delicatezza.
Rispetto al loro peso ridotto, i pony, tipo Shetland, hanno migliori produttività e rendimento in termini di quantità. Va anche notato che le fattrici che partoriscono per la prima volta, le primipare, hanno meno latte delle fattrici multipare.
Circa due mesi dopo la nascita del puledro, la quantità di latte prodotta dalla fattrice diminuisce regolarmente ed il puledro, che alla nascita è privo di denti, inizia a nutrirsi da solo. Una crescita accelerata al massimo: per il puledro, è soprattutto nei primi due o tre mesi di vita che il latte è essenziale. Durante questo periodo, quando ancora non ha ancora iniziato a pascolare, la sua crescita è massima e prende, dall'inizio della sua vita, circa 3 kg al giorno.Gli esperti stimano che, per ottenere ogni chilo in più, occorrano al puledro ben 6 litri di latte. Un dato non trascurabile quando, per diversi motivi, ci si ritrova a dover nutrire un puledro con il biberon!