Dai primi anni di vita del cavallo, può determinarsi quanto sarà sano e forte da adulto. Per questo l'alimentazione del puledro non è da trascurare o sottovalutare.

Per prima cosa, sarebbe auspicabile che il puledro ricevesse una quantità adeguata di colostro alla nascita. Gli anticorpi ivi contenuti forniscono al puledro l'immunità nei confronti delle malattie infettive. Solo nelle prime 24-36 ore di vita l'apparato digerente del puledro è permeabile al passaggio diretto degli anticorpi, dall'intestino al sangue. E' auspicabile che il puledro inizi a poppare entro le due ore dalla nascita e che lo faccia con regolarità ogni 15-20 minuti. Se non lo fa, è meglio chiamare il veterinario.

Nel caso qualcosa vada storto, il veterinario potrebbe somministrare colostro da altra fonte. Indispensabile per la cura immediata del puledro neonato prematuro, in caso di mancata assunzione del colostro o in puledri che necessitano di un maggior supporto per rinforzare il sistema immunitario, il colostro etero fornito, favorisce anche lo sviluppo della flora intestinale buona, prevenendo il rischio di diarrea.

Per i primi mesi di vita del puledro, il latte della cavalla è di solito sufficiente per fornirgli il tasso di crescita naturale. La separazione non dovrebbe mai essere troppo precoce, perché è fonte di stress sia per la fattrice sia per il puledro. Lo svezzamento, o meglio ancora alimentazione complementare, è il processo di sostituzione dell'alimentazione esclusiva a base di latte (allattamento), tipica delle prime fasi di vita, con quella caratterizzata dall'assunzione di altri liquidi e solidi e si completa in natura intorno ai 6 mesi di vita, ma comincia subito. Ciò significa che il puledro al pascolo osserva la madre e già dal primo mese di vita incomincia ad assaggiare le erbe che ella mangia. La composizione del latte materno si fa progressivamente più povera di mese in mese e incoraggia il puledro, specie a partire dalle 10 settimane di vita, a cercare risorse alternative, ovvero a passare dall'assaggiare le erbe per curiosità, ad assumerle come fonte di cibo. Intorno ai 6 mesi di vita il puledro smette di ricevere del tutto il latte materno e sa già nutrirsi da solo pascolando. 

Lo svezzamento del puledro domestico dovrebbe ricalcare il modello naturale:

  • Cominciare intorno alle 10 settimane di vita e completarsi intorno al sesto mese. 
  • In sostituzione del latte materno si aumenteranno progressivamente gli alimenti solidi costituiti da erba fresca per i puledri che stanno al pascolo, fieno e pappe di cereali per quelli alimentati dall'essere umano.

L'allattamento del puledro orfano

Nel caso la fattrice venga a mancare, o per qualche ragione non abbia latte sufficiente, occorre sapere che fino alle tre settimane di vita il sistema digestivo del puledro non ha abbastanza enzimi in quantità sufficiente per digerire gli zuccheri e gli amidi e quindi non può ingerire alimenti solidi e dovrà ricevere una dieta liquida a base di latte. Esistono latti ricostituiti appositi per puledri da fornire mediante biberon almeno una volta l'ora nelle prime settimane di vita. Passate le prime 3 settimane, quando il puledro può cominciare il divezzamento con alimenti solidi, esistono mangimi per lattanti equini costituiti da cereali precotti e bilanciati che sono addizionati con le vitamine e minerali utili per prevenire le patologie ortopediche dell'accrescimento e che aiuteranno a dilazionare i pasti in attesa che il puledro cominci a mangiare anche erba o foraggio. Non dimenticare di fornire all'orfano adeguata compagnia di un suo conspecifico che funga da "balia".

Puledro con fattrice

Per il puledri che hanno la mamma che può allattarli, l'ideale sarebbe che la fattrice potesse brucare gran parte del giorno. Il puledro quando sarà pronto la copierà. In questo modo si giungerà gradualmente e senza traumi allo svezzamento. Se la fattrice è scuderizzata, il puledro comincerà più tardi a mangiare il fieno, di quanto non comincerebbe a masticare le erbe del pascolo, perché l'alimento secco è meno digeribile. Un puledro però ha già un elevato fabbisogno proteico prima dello svezzamento, quando ancora la digestione delle fibre è inefficiente, per questo si ricorre abitualmente, specialmente per i puledri che non vivono al pascolo e destinati ad agonismo, oppure per quelli la cui madre non ha abbastanza latte, a un mangime apposito digeribile per puledri in lattazione, da mettere nel secchio a terra quando la madre riceve la sua porzione di cereali ad integrazione del fieno.

Sia la madre che allatta, perché non perda peso e il suo latte non si indebolisca, sia il puledro in crescita, hanno bisogno di un'alimentazione ricca e curata. La quantità di mangime per puledri in crescita da somministrare dovrebbe essere adattata in base al tasso di crescita dell'individuo e alla quantità e qualità del fieno disponibile.

Dopo lo svezzamento, il puledro ha ancora un fabbisogno proteico più alto rispetto ai cavalli adulti sedentari. Ha quindi bisogno di un fieno ricco, che contenga anche leguminose come erba medica o trifoglio. Se la qualità e quantità del fieno disponibile sono povere, si renderà necessario ricorrere al mangime per puledri in crescita come integratore quotidiano.

Sia i puledri lattanti che quelli che già si nutrono di alimenti solidi necessitano di avere acqua sempre disponibile, pertanto se ne dovrà garantire il facile accesso, ad esempio usando un secchio a terra.

L'ideale nell'allevamento dei cavalli è sempre copiare la natura:

  1. Quindi il pascolo abbondante, dove il puledro si svezza da solo seguendo la madre, sarebbe la scelta ideale.
  2. In alternativa, foraggio di qualità a volontà sia per la fattrice sia per il puledro (eventualmente da integrare al bisogno con ulteriori alimenti bilanciati per le esigenze specifiche) sarebbe l'ottimale.
  3. Ma se anche il foraggio è povero, o poco per il reale fabbisogno di fattrice e puledro, si dovrà ricorrere per forza ai mangimi specifici per fattrici e puledri in crescita.

L’alimentazione giusta è necessaria per garantire l’accrescimento fisico, lo sviluppo neuropsicologico e il mantenimento della salute.

L’impatto dell’alimentazione sulla salute inizia già durante la gestazione. Pertanto, l’alimentazione della madre è fondamentale in gestazione, così come durante l'allattamento e non va trascurata. Un'alimentazione sbagliata della fattrice, influisce negativamente sulle possibilità del nascituro, sulla salute da lattante e sul resto della vita dell'animale.

Gli errori più comuni che si possono fare durante la gestazione, l'allattamento e lo svezzamento del puledro sono il difetto o l' eccesso di proteine. Entrambi hanno effetti collaterali nocivi.

In conclusione, cercando di imitare la natura, l’alimentazione va comunque personalizzata per le esigenze e possibilità specifiche, che possono variare da cavallo a cavallo, da proprietario a proprietario, avvalendosi se possibile del consiglio di un nutrizionista equino.