Nell'esplorare la posizione privilegiata del cavallo nella nostra società, rispetto ad altri animali allevati solamente come "bestiame", ciò che emerge è quanto sia stato significativo questo animale nel processo di identità di alcune comunità e, in particolare, con collegamento al mondo dei palii italiano (le uniche manifestazioni "popolari" con i cavalli nel nostro paese), come diventi una rivendicazione di uomini rurali per il mantenimento delle tradizioni.

Attorno al cavallo nel mondo dei palii (giostre, quintane, sartiglie e altri nomi locali per definire la manifestazione di equitazione storica legata a santi e patroni) sembra riunirisi una nicchia di uomini che tentano di recuperare - adornandosi di contenuti simbolici - un'essenza maschile perduta - o solo immaginata - dell'epoca dei cavalieri che rappresentavano l'elite guerriera della propria comunità. A tal scopo, più è cruento e temerario il palio, espressi in termini di quella che può essere definita iper-mascolinità/iper fisicità, maggiore il beneficio espressivo.

Scompiglio jonatan bartoletti palio di siena 2 luglio 2018Le nuove strutture della vita sociale lavorano spesso per contrastare tali espressioni, in un mondo che non solo rivendica la parità di genere, dove l'eccesso espressivo di una forma tradizionale di sessualità è considerato obsoleto, ma anche maggiori diritti per gli animali, in particolare l'incolumità di quelli impiegati per sport e diletto, con il risultato delle contestazioni alle attitudini esagerate della mascolinità nei palii più cruenti, che mettono a rischio l'incolumità di cavalli e persone.

L'ipermascolinità, definita come tradizione, viene però difesa strenuamente, anche quando non coincide con l'interesse dei fantini alla propria sicurezza, oltre a quella dei cavalli. Più il palio è pericoloso, più si contraddistinge per la 170478fd0bf1b1140d655aeb7318eeb8temerarietà e l'ardimento dei cavalieri, più attesta in maniera inequivocabile l'amore per la tradizione e la devozione religiosa intrinseca come "sacrificio".  I palli sono infatti competizioni legate ai patroni o santi, che non possono che essere espressioni di un passato nostalgico che non si vuole dimenticare o superare, e che tende a ricreare la mascolinità perduta di un mondo rurale a matrice patriarcale.

Per comprendere la relazione tra ruralità, mascolinità, palii, religione e tradizione, dobbiamo far ricorso a sovrastrutture culturali, sociali ed economiche a valenza locale, popolare e storica che possono anche esprimere contraddizioni, nonché forme di pensiero non sempre razionali e consapevoli.

I significati associati al modello popolare di mascolinità variano storicamente e culturalmente, con il risultato che in ogni momento esistono molteplici significati della mascolinità, molti dei quali sono ambigui. Il desiderio di competere nei palii - o di tenere viva la tradizione dei palii - non può essere inteso necessariamente come espressione individualizzata di un deficit, ma potrebbe essere storicamente interpretato come espressione di lotte sociali, spesso contraddittorie, per potere e significato nella società in transizione.

Ad esempio, i palii sono definiti le uniche manifestazioni popolari con i cavalli in Italia, per tre ordini di motivi.

  • In primo luogo, si svolgono nei paesi, per strade e piazze, coinvolgono la gente locale (anche chi non va a cavallo) nell'organizzazione e sostegno economico, coinvolgono le autorità religiose e politiche locali nella premiazione, coinvolgono i paesani come pubblico e tifoseria, coinvolgono lo stato come finanziamenti.
  • In secondo luogo, promuovono la mobilità sociale come poche altre discipline equestri. Questo si esplica attraverso la figura del fantino, spesso un nullatenente che si costruisce una carriera, un successo sociale ed economico, un riscatto, rischiando la salute e la vita in queste manifestazioni, al soldo del rione, contrada, quartiere ed elite economica locale che lo sostiene, gli mette a disposizione il cavallo, lo paga per le sue prestazioni.
  • In terzo luogo, sono originali italiane, rispetto ad altre discipline equestri globalizzate o di importazione che non caratterizzano il nostro paese, né sono una sua espressione a valenza turistica. I palii attirano gente anche da fuori, attirano persone non di cavalli, sono una calamita per il turismo, le altre discipline equestri è più difficile che abbiano anche questa connotazione.

C'è poi una questione di genere che merita maggiore studio nelle manifestazioni dei palii. Oggi, la destabilizzazione dell'architettura della vita rurale, l'evoluzione dei tempi, le mode, stanno sfidando i ruoli rurali maschili della tradizione che elevano la mascolinità rurale tradizionale come l'essenza della virilità, della forza e della fisicità.

ardia2In tali circostanze socio-culturali, le espressioni di mascolinità in equitazione possono compensare il senso di perdita dell'egemonia dell'uomo sulla donna, ribaltandolo sul cavallo, in comunità di provincia ancora legate a tradizioni culturali del tempo antico.

Certo, queste strategie compensative complesse, che possono avere valenza turistica, storica, economica, religiosa, oltre che sociologica, possono essere collettive, oltre che individuali, cozzano con la richiesta, da parte di animalisti, ma più spesso di animaliste, di modernizzazione della disciplina dei palii, in senso protezionistico per i cavalli.

Esecuzione di atti e rituali che esagerano la fisicità maschile e la forza bruta, come il dominio di un cavallo nervoso, agitato, fuori controllo, sono una strategia disponibile per difendere il posizionamento degli uomini nei campi tradizionali della mascolinità in pericolo di estinzione. L'articolazione di una ARDIA 1 604x270mascolinità desiderata a volte trova espressione in attività ad alto rischio, non necessarie ma frutto di una scelta, come nel caso della decisione di competere nei palii, chi a livello amatoriale, nelle sagre di paese, chi come mestiere, nel caso dei fantini che ambiscono a diventare dei professionisti pagati.

Si tratta di attività, alle volte, che compromettono la sicurezza e incolumità di uomini e cavalli. Quindi, l'espressione iper-maschile, non premia necessariamente coloro che la mettono in atto e può effettivamente comportare una serie di costi associati alla mascolinità, come tassi più elevati di incidenti e mortalità, di uomini e cavalli.

La difesa della tradizione a tutti i costi nei palii può essere letta come espressione della fragilità del potere patriarcale tradizionale che si sta sgretolando nella società contemporanea. In questo senso, il legame tra tradizione rurale, cavallo, religione cattolica e mascolinità è forse meglio compreso nel contesto della transizione - non come espressione di egemonia - ma di fragilità di un'espressione di mascoliità in estinzione.

Certamente il tutto meriterebbe maggiore attenzione e studi. Dei cavalli si è ormai detto e scritto di tutto, trascurando alcune connessioni "zooantropologiche e socio culturali" contemporanee che sono fondamentali sia nella lettura e interpretazione di alcune manifestazioni, sia nell'approccio più giusto per tentare un dialogo costruttivo su strategie di maggiore protezione per l'incolumità di persone e cavalli coinvolti.

Nelle foto: Ardia di Sedilo, i fantini Scompiglio e Tittia.