I cavalli hanno il loro status unico di animali da terapia a causa della loro funzione sia fisica che psicoterapica. Modelli attuali di attività e terapie assistite dagli equini (acronimo ATAE)  utilizzano i cavalli per una serie di terapie fisiche, psicologiche e di apprendimento per il benessere di umani, spesso riferendosi ai cavalli come “partner” terapeutici.

Per soddisfare i requisiti di certificazione per i modelli esistenti di questi interventi mediati dai cavalli, i professionisti sono tenuti a studiare il comportamento equino attraverso i sistemi di credenze attualmente modellati nell'ambito dell'equitazione naturale.

Studi e prove aneddotiche suggeriscono che i cavalli usati in queste attività mostrano comunemente confusione o comportamenti di fuga, “esaurimento” e/o mostrano segni di depressione.

Questi comportamenti potrebbero derivare da contraddizioni nell'interpretazione del comportamento equino all'interno delle pratiche di equitazione naturale o da una mancanza di comprensione e utilizzo della teoria dell'apprendimento equino nel contesto delle attività e terapie mediate dai cavalli.

Uno studio ha esaminato l'uso dei cavalli per la fisio e psicoterapia in quattro modelli principali di ATAE: Professional Association of terapeutic Horsemanship (PATH), Equine Assisted Growth and Learning Association (EAGALA), Natural Lifemanship (NL) e Eponaquest.

Lo studio ha rilevato che, sebbene l'interpretazione del comportamento equino venga considerata critica in ogni modello, non ci sono standard per comprendere la psicologia comportamentale equina all'interno o tra i modelli citati. Inoltre, l'uso dei cavalli a sella per le disabilità motorie suggerisce che i cavalli meccanici possano produrre gli stessi benefici fisici dell'equitazione.

Discussione

L'apprendimento equino richiede coerenza nel condizionamento operante e nella modellazione comportamentale in condizioni di basso stress per produrre risultati comportamentali coerenti e prevedibili. Se gli operatori delle attività e terapie assistite dagli equini hanno diversi background, conoscenze, competenze e tecniche nell'approccio, tali incoerenze possono provocare risposte diverse nei cavalli e nella interpretazione delle reazioni equine per i correttivi.

Le valutazioni suggeriscono che possibili spiegazioni per il "burn out" equino o comportamento inspiegabile, possono derivare da una combinazione di incoerenze nei comandi così come dall'ampio uso di rinforzi negativi.

Le tecniche e modelli di impiego degli equini nelle pet terapie offrono basi molto diverse, a cui si aggiunge l'eterogenità degli operatori, loro competenza, capacità di comprendere gli equini e di correggere gli errori, dando risultati ambigui.

L'uso di equini per la fisioterapia combinato con le problematiche rilevate sul campo suggerisce la necessità di sviluppare cavalli meccanici almeno per il primo approccio a sella.

Il cavallo meccanico di Racewood e l' Equicizer sono già disponibili in commercio e si possono impiegare per fornire benefici terapeutici pari a quelli di un cavallo vivo, o senza stressare un cavallo vivo.

Se fosse dimostrato che i cavalli meccanici, ai fini della fisioterapia, possono avere lo stesso impatto, aggiungedovi l'apprendimento delle basi di equitazione, come un maggiore controllo sul proprio corpo e sugli ordini impartiti al cavallo, tutto ciò si tradurrebbe in una maggiore coerenza nelle interazioni con un cavallo reale e quindi in meno danni per il cavallo stesso.

Incoerenze nell'equestre, movimenti combinati con imprecisioni possono essere la causa di difficoltà dei cavalli impiegati in queste attività. Segnalati aneddoticamente come "burn out", alcuni cavalli adibiti alle pet terapie esprimono gradualmente comportamenti che alla fine li fanno escludere da questo tipo di impiego. Attualmente, non esistono valutazioni standardizzate del comportamento del cavallo in terapia equina, quindi l'interpretazione dei cambiamenti nel comportamento equino durante e dopo le sessioni di terapia dipende dalla sensibilità degli operatori e dalle loro decisioni che possono essere influenzate da variabili diverse, inclusa quella economica.

Tutti e quattro i modelli ATAE analizzati in questo studio si basavano sull'autosegnalazione per ore o anni di esperienza degli operatori e portano alla luce incoerenze nell'interpretazione e negli interventi con la terapia equina all'interno e tra i modelli stessi di applicazione.

Inoltre, le sessioni ATAE del cliente all'interno dei modelli tendono a concentrarsi maggiormente sull'interazione a sella con il cavallo piuttosto che sull'interazione emotiva con il cavallo. Ciò suggerisce che qualsiasi comportamento confusionale espresso dal cavallo potrebbe essere frainteso dal professionista equino. Per quanto riguarda le interazioni umane (equitazione e lavoro a terra), i cavalli possono sperimentare diversi livelli di stress che possono derivare da pressioni irregolari disposte da chi ci sta sopra. Queste pressioni, tuttavia, si stabilizzano nel tempo man mano che la persona che fa terapia assistita dal cavallo migliora e può regolare meglio la posizione del corpo e i segnali coerenti per la prestazione di equitazione.

Poiché lo stile di guida e le condizioni di gestione possono influenzare il comportamento e indicare il benessere psicologico del cavallo, la filiera delle ATAE beneficerebbe di un cavallo meccanico in grado di simulare il movimento ritmico bilaterale del cavallo.

Dal momento che questo tipo di movimento ha mostrato benefici per gli anziani e le persone infortunate o con disabilità motoria, può essere utile sviluppare un modello di cavallo meccanico che duplicherebbe il movimento e consentirebbe ai praticanti di isolare l'apprendimento dell'equitazione dalla terapia fisica e dalla psicoterapia.

Un cavallo meccanico accurato consentirebbe ai clienti di sviluppare stabilità e forza necessarie per dare al cavallo segnali coerenti in sella, con conseguente potenziale minore confusione o "esaurimento" del comportamento durante la terapia a cavallo.

In combinazione con interpretazioni più standardizzate della psicologia comportamentale equina nel contesto delle ATAE, ciò si tradurrebbe in un miglioramento del benessere del cavallo e in un potenziale miglioramento dei risultati di tutti gli aspetti della terapia equina.

Più ricerca è necessaria, tuttavia, per determinare il ruolo di un cavallo vivo nell'ippoterapia e il ruolo di un cavallo meccanico nelle ATAE.

I risultati di questo studio suggeriscono che c'è bisogno di ulteriori ricerche per interpretazioni più accurate del comportamento equino all'interno dell'interazione cavallo-umano, in particolare per quanto riguarda le ATAE. Tale ricerca andrebbe a beneficio della comunità dell'equitazione in generale e promuoverebbe un maggiore benessere psicologico del cavallo nel suo impiego per le varie attività a sella.

Per quanto riguarda le ATAE, una migliore comprensione del comportamento equino e della psicologia del cavallo, migliorerebbe i modelli esistenti creando relazioni reciprocamente vantaggiose tra l'umano e il cavallo. Molti terapeuti equini usano questi modelli per aiutare il loro cliente ad avere il miglior beneficio. Se si praticano le capacità relazionali, ciò potrebbe comportare migliori risultati terapeutici sviluppando una migliore empatia, pazienza e capacità di prospettiva, conclude lo studio.

Link alla ricerca per leggerla tutta:

"Equines as tools vs partners: a critical look at the uses and beliefs surrounding horses in equine therapies and argument for mechanical horses".

Kieson E and Abramson CI

Oklahoma State University, Laboratory of Comparative Psychology and Behavioral Biology