Sono troppe, generalmente parlando, le persone che vengono in possesso incautamente di cavalli, per rendersi conto dopo poco tempo che non hanno il reddito, le capacità, le risorse in senso lato, per gestirne e mantenerne uno.
O l'interesse di mantenere un cavallo nella buona e cattiva sorte.
La maggior parte delle persone nel mondo del cavallo, comunque se lo sia procurato, gratis o a pagamento, tiene il cavallo fino a che ne ha una utilità pratica.
Non più del 7% di persone, nel mondo del cavallo, è disposta a tenere il cavallo fino all'ultimo respiro.
Ciò significa che la maggior parte dei cavalli è condannata in partenza.
Prima di prendersi un cavallo occorre chiedersi se si vuole sponsorizzare un sistema che rende i cavalli carne da macello.
Se la risposta è no, il cavallo è a vita, non solo fino a quando fa comodo, senza scuse o giustificazioni, perché non è pensabile cercare di essere generosi con le tasche degli altri.
Così fanno comunemente gli ipocriti e gli sprovveduti. Coloro che non sono disposti a tenersi il cavallo, ma vantano magari la pretesa che la persona a cui lo daranno debba essere "migliore" di loro. Pia illusione. Non funziona così. Non importa quali sono le promesse, la realtà è diversa, l'eterno amore è fallace nel mondo del cavallo.
Il miglior salvatore di cavalli è colui che si tiene il proprio.
Tutto il resto è una sveltina, un amore a tempo determinato, dove il cavallo è un mezzo e non il fine, quando non è sfruttamento vero e proprio.
PRIMA DI PRENDERSI UN CAVALLO:
I cavalli non sono per tutti.
Sono animali ingombranti, potenzialmente pericolosi anche quando sono bravi ed educati, testimonianza ne è che ci sono incidenti anche gravi frequenti, perché basta una distrazione per farsi male.
I cavalli non possono essere un hobby, una prova, un'azione una tantum a fin di bene. Sono cambiali al portatore, perché necessitano di immense cure, tempo e risorse. Se così non fosse, non si porrebbe neppure il problema della macellazione equina e i cavalli sarebbero già stati riconosciuti da un pezzo come animali d'affezione.
I cavalli sono fragili, come gli esseri umani. Più li si usa, più sono soggetti a deterioramento. Qualsiasi cavallo, anche comperato sano, prima o poi ha dei problemi.
Occorre saperlo prima di prendersi il cavallo. Il cavallo non dà garanzie di indistruttibilità, come i diamanti. Prima o poi avrà dei problemi, ma non è una lavatrice che si può rottamare quando non funziona più come prima. E' un essere vivente.
I cavalli si prendono solo se si possono mantenere, nella buona o cattiva sorte, specialmente se si è contrari alla macellazione degli equini. Altrimenti si finisce per ingrossare la fila dei cavalli che vanno al macello, direttamente o indirettamente.
Non esistono soluzioni pubbliche, né private, per riassorbire tutti i cavalli in esubero presi da persone che non hanno la ben che minima intenzione di tenere un cavallo nella buona e cattiva sorte.
Inutile prendersi un cavallo per far conto poi sulla bontà altrui per evitare al cavallo la macellazione. Sono tutti capaci a essere generosi con il culo degli altri. Perché non chiedere invece a se stessi di amare il proprio cavallo come animale d'affezione?
Più un cavallo è anziano e inabile, maggiori sono le difficoltà di ricollocarlo e più pressante l'obbligo morale del proprietario di provvedere in proprio, rispettando il destino ultimo del cavallo come trascritto in anagrafe.
Se ci si prende un cavallo non macellabile, si deve essere informati che ciò significa che ci si assume in proprio, e non conto terzi, la responsabilità del destino ultimo.
Chi è contrario alla macellazione del cavallo ha l'obbligo morale di scoraggiare il possesso superficiale e incauto, partendo da se stessi, non dagli altri.
Il cavallo non è un oggetto, ma un essere senziente, da lì tutte le conseguenze, sul piano etico e morale, che dovrebbero portare a scelte molto più sobrie di acquisto, uso e gestione, rispetto a quelle che si possono fare quando si acquista un prodotto inanimato.