Il Cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido (CAITPR o più brevemente TPR) è una razza italiana di cavalli da tiro selezionata dal 1927 ma risalente al 1860 e originaria della pianura veneta, ferrarese e friulana. Molte razze, oggi scomparse, che si diffusero nelle omonime regioni, sono considerate le lontane progenitrici del CAITPR proprio perché erano dotate di forte e robusta costituzione.

Storia

L'Italia non ha mai considerato nel suo patrimonio equino alcuna razza da tiro pesante. Tuttavia, l'inizio della produzione italiana di cavalli da tiro risale al 1860 circa, periodo in cui andava facendosi sempre più sentita la necessità di poter disporre di un ceppo equino pesante da utilizzare nei lavori in campo agricolo e nel settore militare. Invero, l'agricoltura si stava diffondendo in maniera sempre più consistente nella pianura padana e l'esercito era sempre più esigente nel trasporto dell’artiglieria.

Nel 1860 il deposito Stalloni di Ferrara diede inizio alla sua attività di selezione. Dapprima, nelle numerose prove di incrocio, le fattrici delle razze locali padane vennero incrociate con stalloni che provenivano dal Polesine, ma successivamente furono introdotti stalloni Purosangue inglesi, Hackney e Purosangue Arabi. L'intento era quello di ottenere un cavallo leggero per l’uso agricolo e militare ma, agli inizi del XX secolo, andò delineandosi un nuovo indirizzo. L'uso di macchine e mezzi sempre più pesanti, nel settore agricolo e nei trasporti, orientò gli allevatori verso un cavallo più grande e più forte.

Attorno al 1900 vennero, pertanto, utilizzati stalloni francesi Boulonnais e Percheron, stalloni di razza Ardennese e stalloni bretoni di tipo Norfolk-bretone. Furono proprio quest’ultimi a fornire i maggiori risultati qualitativi e le prime importazioni di tali riproduttori ebbero luogo nel 1911 protraendosi sino alla metà degli anni Venti, nonostante le difficoltà imposte dal primo conflitto mondiale. L'incrocio di stalloni Bretoni con fattrici di varia origine (Noriker, Percheron e Belga da tiro) già presenti nella Pianura veneto-friulana, permise di dare origine a un cavallo robusto di mole medio-pesante, dotato di brillantezza ed eleganza nei movimenti. L'opera di miglioramento creò, dunque, dei soggetti particolarmente idonei agli scopi principali cui erano stati destinati: artiglieria, trasporti civili e lavori nelle grandi aziende agricole.

tpr largeLa selezione interna alla razza ebbe inizio ufficialmente nel 1926, anno in cui furono istituite per Legge le stazioni di fecondazione selezionate attraverso le quali si individuarono le migliori fattrici che andarono a costituire la base materna originaria della razza. Nel 1927 nacque pertanto la prima generazione controllata di puledri del neonato ceppo equino di tipo agricolo-artigliere ovvero derivato bretone. La zona geografica iniziale di produzione fu rappresentata dalla pianura veneta, dalla provincia di Ferrara e dalla pianura friulana.

Ben presto presero l’avvio concorsi morfologici dedicati non solo ai giovani maschi, ma anche alle giovani fattrici e puledre. Tra queste competizioni si affermò rapidamente il concorso di Verona che ebbe origine nel 1934 e per i giovani stalloni furono inoltre istituite delle prove funzionali specifiche.

L'interesse, dunque, verso questa nuova razza andava facendosi sempre più concreto tanto che le fattrici iscritte alle stazioni di selezione crebbero in maniera progressiva fino a raggiungere un numero molto consistente alla fine degli anni Trenta. I giovani stalloni che nascevano ogni anno venivano affidati al deposito di Ferrara per le riproduzioni selezionate oppure destinati ad altri depositi Stalloni. Difatti, molti giovani riproduttori “derivati bretoni” furono acquistati nelle zone di Crema, Reggio Emilia e Pisa per essere utilizzati nei relativi depositi.

La seconda guerra mondiale rappresentò per la razza un momento di crisi, ma il processo evolutivo riprese nell'immediato dopoguerra. Grazie alla risalita agricola e all'attenzione costante dell'agricoltura verso la trazione animale, ci fu un'importante espansione dell'allevamento di CAITPR in aree sempre più vaste e differenziate. Tra queste, oltre alla zona storica, furono coinvolte la Lombardia, l’Emilia Romagna, l’Italia centrale, la Puglia e la Sardegna. Gli anni Cinquanta segnarono pertanto l’inizio di una forte ripresa d’interesse verso questo cavallo.

La razza fu ufficialmente denominata con il suo nome attuale (Cavallo agricolo da tiro pesante rapido - CAITPR) sul finire degli anni Quaranta e inizio anni Cinquanta. La denominazione stabiliva, per questo tipo di produzione equina, il conseguimento e l'approvazione dello standard di razza autonoma. Alla fine degli anni Cinquanta fu inoltre stabilito il nuovo Libro Genealogico che ancora oggi consente l’utilizzo di stalloni Bretoni.

La successiva meccanizzazione agraria portò però a una profonda crisi che si protrasse fino agli anni Settanta. I grandi allevatori non videro più la necessità di continuare con l’allevamento del CAITPR e di conseguenza cessarono l’attività. Tuttavia, la forte presenza di soggetti allevati nelle aziende agricole di famiglia e l’aumento dell’interesse per la razza nel centro meridione, consentirono alla sopravvivenza di questo ceppo equino. La conservazione del CAITPR fu inoltre garantita grazie alla tradizione ippofaga in alcune zone d’Italia: si verificò un cambio di destinazione di tali animali che passarono da fornitori di lavoro a fornitori di carne.

Alla fine degli anni Settanta, la gestione del Libro Genealogico (L.G.) della razza passò dall'Istituto d’Incremento Ippico di Ferrara all'Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo Italiano da Tiro Pesante Rapido (ANACAITPR), fondata nel 1956 a Verona. Tale associazione, che gestisce tuttora il Disciplinare di razza, è sotto in controllo del Ministero dell’agricoltura e delle foreste.

Consistenza

Le zone con maggior presenza sono il Veneto, l’Emilia Romagna, l’Umbria, il Lazio, l’Abruzzo e la Puglia ma si hanno buone presenze anche in Friuli, Marche, Toscana, Molise e Campania. Allevamenti più isolati, ma molto attivi selettivamente, sono in Piemonte, Lombardia, Trentino e Basilicata.

Al 2015, sono stati censiti oltre 5.600 capi, di cui 370 stalloni e la regione con il maggior numero di esemplari è il Lazio.

Il CAITPR può dunque vantare di una consistenza ormai diffusa in maniera quasi completa in tutto il territorio nazionale. Va inoltre considerata la grande capacità di adattamento che ha adottato la razza passando da un allevamento di tipo stallino (tipico della zona storica) al semi-brado, o al brado integrale (più diffusa nella dorsale appenninica).

Attitudini ed usi

Attorno agli anni Settanta e Ottanta il CAITPR venne considerato come razza totalmente vocata alla produzione della carne, ma gli anni Novanta segnarono il ritorno dell’interesse per gli attacchi amatoriali e l’impiego di tale cavallo nell'attività di turismo ambientale (visite con carri nei parchi e riserve). Inoltre, sempre a partire dagli anni 1990, il CAITPR ha riscontrato un rinnovato interesse come cavallo da lavoro in ambito agricolo (soprattutto per l’impiego in aziende biologiche e biodinamiche) e in ambito forestale (in particolare nelle aree a più delicato equilibrio ambientale).

Oggi, la razza CAITPR, oltre che per la produzione della carne, è impiegata per i lavori agricoli in ambienti montani dove risulta difficile l’impiego di mezzi meccanici, per la fienagione e per il disboscamento.

L'impiego negli attacchi amatoriali non è stato abbandonato: molti allevatori infatti addestrano e preparano i loro cavalli a questa disciplina.

A ciò si aggiunge l'impiego, specialmente delle femmine, come cavalle da equitazione in piano e passeggiate per le persone "curvy".

Caratteri morfologici

Tipo: brachimorfo.
Può essere sauro (con coda e criniera chiari), ubero o baio, mentre altri mantelli non sono tollerati.
Altezza al garrese: 148-158 cm (femmine); 152-160 cm (maschi).
Peso: 700 - 900 kg (a 7-8 mesi i puledri possono superare i 400 kg).
Volenteroso, rustico, veloce rispetto alla mole, gentile, attivo e sufficientemente nevrile.
I piedi sono un po' squadrati e c'è del ciuffo alle zampe.