Prima di dare via il tuo cavallo, leggi questo articolo.

Quando un cavallo diventa troppo vecchio per essere cavalcato, o ti stanchi di mantenerlo in scuderia sportiva, fai la cosa giusta e mettilo al pascolo e continua a mantenerlo tu fino a morte naturale. Avrai possibilità di venderlo solo se è ancora in buona salute, se non è di età avanzata e se è ancora cavalcabile. Chance di collocarlo gratuitamente e in modo sicuro come animale solo da compagnia sono rare come la neve in agosto in Italia.

Probabilmente, quando sei giovane al mondo del cavallo, ed entusiasta, non puoi immaginare che verrà il momento in cui ti separerai dal tuo cavallo. Ma questo succede ai più e per le più svariate ragioni. Vuoi crescere di livello e il cavallo non è adatto. Vuoi cambiare disciplina e il cavallo non è adatto. Il cavallo si ammala o si infortuna e non è più adatto alle tue volontà di farci uno sport o un lavoro. Altre cause di sepazione: divorzi, lutti, perdita di lavoro e di reddito, università, trasferimenti per lavoro, famiglia, figli, malattia, meno tempo e denaro a disposizione. Ognuno ha le sue ragioni, ma gli esiti sono comuni: sono una minoranza quei proprietari di cavalli che mantengono il proprio fino all'ultimo respiro.

Se il tuo cavallo viene venduto al commerciante, non puoi seriamente pensare che quello si occupi di mantenerlo a vita per farti un favore solo perché l'animale è registrato nel passaporto come bene non macellabile. Se non riuscirà a rivenderlo per l'equitazione o - caso assai raro - come animale d'affetto, finirà al macello in un paese come l'Italia dove pochi si curano di dare l'estrema unzione al cavallo con abbattimento umanitario in stalla, come invece succede non di rado nei paesi anglosassoni, dove è libertà del proprietario decidere di sopprimere il proprio cavallo a fine carriera non registrato per la macellazione.

Ogni anno in Italia migliaia di cavalli vengono macellati, checché dica il loro passaporto, perché non esiste la mutua per i cavalli, né fondi pensionistici strutturali per cavalli indesiderati (che richiederebbero l'esborso sistematico di risorse materiali da parte dei proprietari stessi con accantonamenti specifici, e del mondo profit dell'equitazione e dell'ippica). Devi sapere che chi si occupa di salvare cavalli non riceve alcun fondo pubblico di aiuto. Chi alleva per il macello, invece, riceve i fondi di sviluppo per l'agricoltura. Se capisci questo, e il suo significato, ti rendi conto che il miglior salvatore di cavalli è colui che si tiene il proprio, perché poco potranno fare le associazioni per la tutela equina, che vivono di elemosina, e che non possono spendere soldi che non hanno per mantenere i cavalli altrui.

Ciò significa che vanno al macello anche cavalli che sarebbero ancora cavalcabili, ma non hanno mercato. 

Triste a dirsi, ci sono attualmente in Italia più persone che vogliono dare via il proprio cavallo in esubero, di persone in grado di permettersi il cavallo e l'equitazione in modo non precario.

Inoltre, è il caso che tu sappia, che non esiste alcuna legge specifica a tutela dei cavalli che li salvaguardi da una fine indegna. Sono paragonati ad animali da reddito. Gli animali cosiddetti da reddito sono definiti dall’art. 1, comma 2, lettera a) del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 146, come: “qualsiasi animale, inclusi pesci, rettili e anfibi, allevato o custodito per la produzione di derrate alimentari, lana, pelli, pellicce o per altri scopi agricoli”. Quando si possiede un equino, fosse anche solo un pony, si è ufficialmente allevatori: da carne se l'equino è registrato per il macello, per altri scopi (agricolo, sportivo, ricreativo) se l'equino è registrato non da macello.

L'equino quindi non rientra giuridicamente tra gli animali d'affezione o da compagnia, tutelati con risorse pubbliche. Neppure i cavalli da pet-therapy, da riabilitazione, quelli posti sotto sequestro o confiscati dallo stato, in deroga a quanto prescriverebbero talune norme, disattese per mancanza di fondi all'uopo, fatto salvo i cavalli delle forze armate: solo quelli hanno diritto ad essere mantenuti a vita con risorse pubbliche, salvo che anche quei cavalli alle volte vengono "riformati", ovvero affidati a privati che li mantengano con i propri soldi per adempiere a "spending review" interne delle forze armate stesse.

Semplicemente lo stato italiano non ha o non vuole destinare risorse per l'accoglienza degli equini indesiderati che prima svolgevano attività socialmente utili.

Detto così sembra che l'Italia sia lo stato cattivo. Ebbene, l'Europa stessa non riconosce l'equino come animale d'affezione, ma lo colloca esclusivamente tra gli animali da reddito. Non vieta agli stati membri di riconoscere al cavallo più diritti, ciascuno stato è libero di fare quello che vuole con i propri soldi, quindi di deliberare anche che il cavallo in quella particolare nazione è un pet e come tale ha diritto ad "equili" mantenuti con soldi pubblici se indesiderato. Di fatto gli equili di stato in Europa non esistono, ma ci sono stati in cui il 75% dei cavalli terminano l'esistenza con l'abbattimento non nell'impianto di macellazione (ovvero la legge, come nel Regno Unito, permette di abbattere i cavalli in stalla per la semplice decisione opportunistica del proprietario e ci sono più opzioni letali: dall'eutanasia farmacologica al colpo di pistola).

Tornando all'Italia, chi ha un cavallo e desidera che abbia salva la vita, se lo deve mantenere con i propri soldi, o sperare che qualcuno voglia subentrare nell'onere volontariamente.

Se la situazione è questa e cambiarla è arduo, esistono però anche norme morali. Il cavallo non allevato per la carne e non registrato all'uopo è un animale domestico d'affezione. La macellazione, per giunta abusiva, è forse un modo dignitoso per un animale di finire la vita dopo aver servito come compagno?

È meglio portare un cavallo anziano al pascolo, rifugio, agriturismo, pensionato per cavalli anziani, maneggio con paddock per anziani, o quello che è, che consegnarlo al commerciante ben sapendo che per età o pregressa malattia o infortunio non ha chance di essere rivenduto a vita. Certo, si dovrà mantenerlo e quindi disporre risorse perché sia curato. Un cavallo, se è anziano o disabile, ha ancora bisogno di cure e attenzioni, forse ha bisogno di maggiori cure e attenzioni del cavallo giovane e sano. 

Se vendi il tuo cavallo, assicurati che vada in una buona casa. Se lo vendi a un prezzo molto basso, o lo regali, sappi che esiste un mercato nero, florido, del cavallo per la macellazione abusiva, dove gli operatori abitualmente si presentano sotto false veci, raccattano cavalli in tutta Italia, possibilmente in modo gratuito, con la scusa dell'ippoterapia (la giustificazione più in voga), o di avere spazio in abbondanza e bisogno di cavalli per tenere pulito il sottobosco, quando in realtà quelle persone sono commercianti di cavalli per il macello, che lo fanno di mestiere, e sanno come indorare la pillola perché la bugia è più gradita della verità in certi ambienti e con certe persone.

Esamina i potenziali interessati facendo molte domande. E considera l'eutanasia, se il cavallo è anziano e disabile, tante volte un'opzione migliore per la tutela del cavallo che darlo via purchessia.

Pensioni e rifugi dove ogni cavallo italiano ha diritto ad entrare gratuitamente a fine carriera? Non esistono. Ci sono sicuramente rifugi e santuari, pochi rispetto alle reali necessità, ma una volta pieni, visto che vivono di elemosina, non hanno la possibilità di accogliere altri cavalli a semplice richiesta, con il rischio di diventare dei lager dove i cavalli fanno la fame o muoiono per mancanza di assistenza. Per il diritto alla pensione, serve un fondo strutturale di pensionamento, e quello manca del tutto. Quindi non campare il tuo debito morale nei confronti del tuo cavallo sull'assistenzialismo altrui, dandolo per scontato. Se lo fai, menti a te stesso o qualcuno ti sta mentendo per invogliarti all'acquisto incauto di un cavallo.

Hai voluto il cavallo? Ora mantienilo fino all'ultimo respiro. Sei tu la sua garanzia per la vita.