L’erba rappresenta l’alimento principale dei cavalli che vivono in natura. Ergo, come può far loro male?

Innanzitutto, erba è un termine generico che comprende molte piante, alcune propriamente tossiche per i cavalli.

L’erba ha inoltre un contenuto variabile di nutrienti e in particolare di fruttani, che sono una fonte energetica per le piante, ma potenzialmente pericolosi, se in eccesso, per equidi che non vi sono abituati o che hanno una particolare sensibilità ad essi.

Quanto più la pianta è giovane, tanto maggiore è il suo valore nutritivo e l’appetibilità (poiché maggiore è il contenuto di zuccheri e altre sostanze che ne promuovono la crescita e che si accumulano nel fusto della piante). Negli stadi vegetativi intermedi, i nutrienti si ritrovano accumulati anche nelle foglie, fino allo stadio di piena maturità, quando diminuisce l’appetibilità della pianta e la disponibilità dei principi nutritivi. I valori nutritivi più elevati del pascolo si raggiungono in linea generale in primavera.

Il momento del taglio dell’erba determina il contenuto di nutrienti. Il primo taglio è il più nutriente, perché l'erba è nel suo pieno fulgore, poi perde progressivamente le sue qualità rendendo secondo e terzo taglio via via meno zuccherini e proteici.

Il contenuto in nutrienti varia però anche a seconda del tipo di essenze erbose contenute nel foraggio e della modalità di stoccaggio.

Allo stesso modo, il pascolo ha un contenuto di nutrienti variabile a seconda della stagione, del tipo di piante seminate, del loro stadio vegetativo. Quindi è importante valutare la qualità dell’alimento per contenuto di fruttani, soprattutto in cavalli con problemi metabolici, dove quell’elemento può essere un fattore di rischio. I pascoli troppo ricchi, o foraggi troppo ricchi, non sono quindi l'ideale per cavalli e pony sensibili a amido e zuccheri semplici come i fruttani, e quindi soggetti a laminite, coliche, sindrome metabolica, Cushing equino, diarree croniche e ulcere gastriche, o con tali condizioni già in atto.

Quali sono i fattori che influenzano il contenuto di nutrienti nell’erba?

  • Il tipo di piante presenti. In particolare se le piante del pascolo non sono selvatiche, ma derivano da varietà selezionate appositamente dall’uomo, vi può essere uno squilibrio con eccesso di proteine e zuccheri. Per esempio, le leguminose sono ricchissime di proteine e per questo sconsigliate come foraggio principale negli equini, assolutamente vietate in animali con disturbi metabolici. Anche all’interno della famiglia delle graminacee esistono delle variazioni, alcune specie hanno contenuti di zuccheri più alti di altre. 
  • L’ora della giornata: il contenuto di zuccheri è minimo tra le 3 e le 10 del mattino, aumenta poi progressivamente durante il giorno, fino a raggiungere il picco massimo nel pomeriggio, per poi declinare dopo il tramonto. 
  • La stagione, i pascoli più ricchi sono quelli primaverili.
  • Fattori che stressano le piante (ad esempio gelate e siccità) ne rallentano la crescita e fanno accumulare una maggior quantità di fruttani alla base.

Quali cavalli possono pascolare e quali no?

Soprattutto in cavalli soggetti a sindromi metaboliche e, in particolare, alla laminite, è importantissima la scelta degli alimenti sia in termini di fieno che di accesso al pascolo, senza trascurare la scelta accurata di eventuali integratori nutrizionali e persino di farmaci.

I pony, grazie a un gene che consente loro di sopravvivere con quantità limitate di foraggio e di media qualità, piuttosto che i cavalli sovrappeso, a causa della resistenza all'insulina e dei livelli alti associati di agenti proinfiammatori circolanti, sono particolarmente sensibili ai pascoli con contenuti di fruttani elevati che, quindi, andrebbero evitati.

Cavalli senza problemi o sensibilità particolari possono pascolare senza soccombere a coliche o laminiti se hanno il tempo di adattare il loro tratto digestivo e sviluppare enzimi consoni . E' quindi importante abituare i cavalli con accesso graduale (ogni giorno un pò di tempo in più, partendo magari dai 30 minuti e in pascoli il più possibile naturali, evitando i pascoli a monocultura foraggera, tipo leguminose o erba medica, preferendo i pascoli polifiti e a maggioranza di graminacee).

La gestione dei pascoli come prevenzione

La gestione dei pascoli, in modo da selezionare le essenze giuste, il livello di accesso, il livello di sviluppo delle essenze erbose, il livello di stress del pascolo, specialmente per cavalli che non vivono al pascolo tutto l'anno dalla nascita, può essere fondamentale per evitare coliche o laminiti da eccesso di fruttani.

Come regola generale, i cavalli che hanno un elevato fabbisogno energetico possono mangiare fruttani, purché si tenga conto del bilancio energetico generale. Per esteso, i cavalli non particolarmente sensibili (non già laminitici o con tendenza a coliche o altre sindromi metaboliche), se sono adattati al pascolo con gradualità, non dovrebbero avere problemi. In particolare, i puledri in crescita, le fattrici, cavalli che lavorano, cavalli che hanno bisogno di ingrassare, cavalli robusti e tenaci, possono accedere ai pascoli purché in maniera controllata, se non ci vivono già tutto l'anno.

Invece, pony, cavalli in sovrappeso, cavalli solo da compagnia, dovrebbero evitare i pascoli troppo ricchi. La limitazione è ancora più importante per cavalli per i quali è già nota la sensibilità ai fruttani (che hanno già sviluppato coliche o laminiti da pascolo).

Un appunto, la prevenzione delle laminiti dipende dall'identificazione e dalla correzione di una causa sottostante, poiché la patologia può essere scatenata da eventi diversi, anche non correlati direttamente all'alimentazione. In ogni caso, poiché si tratta della seconda causa di mortalità per i cavalli, (la prima sono le coliche), una maggiore attenzione alla conoscenza dell'alimentazione più appropriata per i cavalli, e per tipologia di cavallo e problematica di cavallo, dovrebbe essere incentivata ad ogni livello di possesso e gestione dell'animale, almeno per lavorare sulla prevenzione di errori che possono avere conseguenze disastrose.

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