In questi giorni il dramma della guerra in Ucraina ha movimentato tutta l'Europa in difesa dei profughi. Tra questi ci sono anche cani e gatti che gli Ucraini portano con sé nella fuga. In molti casi non rispettano le normative europee sulla movimentazione degli animali domestici, ma cinque Paesi – Romania, Polonia, Ungheria, Slovacchia e per fortuna anche Italia, si sono adeguati all'emergenza in corso, permettendo il loro ingresso in deroga.
Il problema dell'accoglienza dei profughi con i loro animali, è quello delle attuali normative per l'introduzione di animali da compagnia nell'Unione Europea e nel Regno Unito che richiedono infatti che animali come cani e gatti siano vaccinati e dotati di microchip e che abbiano un esame del sangue negativo per la rabbia. Molti animali in fuga con i loro umani non soddisfano questi i criteri o comunque non hanno documentazione che possa attestare che sono in regola.
Venerdì scorso, la federazione dei veterinari dell'Unione Europea ha chiesto all'Ue di allentare questi requisiti di ingresso per consentire ai rifugiati di portare con sé i loro animali domestici e per fortuna ci sono molti stati – fra i primi Romania, Polonia, Slovacchia e Ungheria – che hanno rimosso questo tipo di blocchi permettendo agli ucraini in fuga di varcare i confini con i loro animali domestici. L'Italia si è adeguata in data 28 febbraio.
I paesi citati, hanno messo in deroga la normativa, purché i rifugiati completino successivamente le procedure necessarie.
Tra i paesi che consentiranno l'accoglienza anche l'Italia.
Patrizia Prestipino, deputata del Partito Democratico, ha presentato un’interrogazione parlamentare al MInistro della Salute chiedendo che l’Italia si adegui agli altri Paesi sottolineando come «l’articolo 32 del Regolamento EU 576/2013 contempla deroghe in situazioni eccezionali, nello specifico: “gli Stati Membri possono sviluppare accordi per i permessi che dovrebbero essere applicati agli animali domestici che viaggiano con i rifugiati e autorizzare il loro ingresso senza una previa richiesta individuale di tali permessi”».
Nel pomeriggio è arrivato l’ok da parte del ministero della Salute: l’Italia accetterà i cani, gatti e altri animali domestici accompagnati dai profughi ucraini.
Il problema dei canili
Da Kiev arriva l’appello disperato di Natalya Mazur, direttrice del rifugio comunale e delle cliniche veterinarie. "Abbiamo bisogno di aiuto per alimentazione e medicine", spiega la dottoressa. L'emergenza, chiarisce, riguarda più di 500 cani e 77 gatti. Naturalmente le adozioni interne sono bloccate, ma potrebbe essere d'aiuto le adozioni esterne.
Per chi volesse aiutare, c'è un gruppo facebook: Italia per Ucraina, aiutiamo i nostri amici e loro animali, che organizza collette per cibo per animali da portare con staffette in Ucraina.